Ansia: che cos’è e come gestirla
L’ansia ha la funzione di preparare il nostro organismo ad affrontare imminenti situazioni, percepite come minacciose e pericolose.
Una leggera quota di ansia, oltre ad essere indispensabile all’adattamento, ci permette di far fronte a eventi quotidiani, attivandoci e preparandoci. Ad esempio, ti sarà capitato di dover sostenere un esame o un colloquio di lavoro e avere provato ansia. E’ proprio grazie a questo vissuto che sei riuscito a prepararti adeguatamente, mantenendo alta la soglia di concentrazione e attenzione.
Tuttavia, quando l’ansia supera una certa soglia a livello di intensità e durata, ecco che potrebbe avere effetti controproducenti. Sempre tornando all’esempio dell’esame e del colloquio di lavoro, l’ansia eccessiva anziché attivarti potrebbe avere l’effetto contrario di paralizzarti, portandoti magari a fare “scena muta”.
Differenze tra ansia e paura
- La paura è un’emozione che accomuna gli uomini e gli animali. Da un punto di vista evolutivo, ha una funzione adattiva poiché ha lo scopo di metterci in salvo e di proteggerci dai pericoli. Ad esempio, la gazzella alla vista del leone inevitabilmente prova paura; grazie a questa, si attiva per scappare. L’ansia, invece, è una caratteristica prettamente umana dal momento che gli eventi e le situazioni vengono interpretati a seconda delle proprie caratteristiche e dei propri schemi di valutazione
- La paura segnala un pericolo reale e definito (ad esempio di fronte a un leone chiunque avrebbe paura), mentre l’ansia riguarda una minaccia indefinita (ad esempio l’idea di avere una malattia sconosciuta)
- La paura riguarda il qui ed ora mentre l’ansia è legata a ciò che dovrà ancora avvenire
- La paura è un’emozione primaria, mentre l’ansia deriva da valutazioni e interpretazioni che richiedono capacità cognitive più complesse, come quelle di immaginare possibili eventi che potrebbero verificarsi. Ad esempio, un cane non ha l’ansia all’idea di invecchiare e di morire, proprio perché non ha la capacità di prefigurasi il proprio futuro
- Nella paura, l’attivazione corporea permette il comportamento di attacco-fuga, indispensabile per reagire a dei pericoli reali. Nell’ansia, invece, tendenzialmente non c’è la possibilità di scaricare la tensione fisica e quindi di ristabilire l’equilibrio precedente.
Come si manifesta?
A seconda delle caratteristiche di ciascuna persona e delle situazioni a cui far fronte, l’ansia si presenta attraverso svariati sintomi. In linea generale, quando una persona prova ansia può manifestare:
- Sintomi fisici: sudorazione, tachicardia, tensione muscolare, cefalea, nausea, ecc.
- Sintomi psicologici: pensieri disfunzionali, paura di perdere il controllo, preoccupazioni eccessive, ecc.
- Sintomi comportamentali: insonnia, irritabilità, condotte di evitamento, ecc.
Quando l’ansia diventa patologica?
L’ansia come abbiamo potuto vedere, se contenuta, ci permette di fronteggiare, attivandoci, situazioni che potrebbero rappresentare per noi una minaccia.
Tuttavia, se percepiamo alcuni eventi come minacciosi o pericolosi, sovrastimandone l’entità e la possibilità che accadano, entriamo in uno stato di massima allerta che ci porta ad attivarci e ad interpretare erroneamente le situazioni.
La persona ansiosa monitora continuamente l’ambiente circostante alla ricerca di potenziali pericoli e appena rileva un indizio di una possibile minaccia, si concentra su di esso, trascurando tutti gli altri aspetti della realtà circostante. Ad esempio: sono sull’aereo, sento il rumore dei motori che si accendono e immediatamente interpreto questo suono come un pericolo, pensando che l’aereo abbia un guasto e che precipiterà. Ciò avviene perché focalizzo l’attenzione sul rumore, non ascoltando altri segnali quali la voce del comandante che comunica che i motori sono stati azionati per l’imminente partenza.
L’interpretazione erronea della situazione, dunque, porta la persona a sovrastimare la gravità e la possibilità che l’evento minaccioso si realizzi.
Quali sono i trattamenti per l’ansia?
Qualora l’ansia crei disagio significativo in numerose aree di vita (lavorativa, sociale, familiare, ecc.), minacciando il benessere psicofisico della persona, potrebbe diventare patologica.
Per gestire i sintomi ansiosi, la ricerca ha dimostrato che la terapia cognitivo-comportamentale è efficace perché permette di comprendere il proprio modo di pensare e di agire quando si è in difficoltà e di acquisire competenze efficaci per far fronte all’ansia. Spesso, a seconda della gravità, è possibile che alla psicoterapia si associ un trattamento farmacologico per tenere sotto controllo i sintomi più invalidanti
Ho l’ansia, cosa faccio?
- Accettala e accoglila senza giudicarla: può sembrare un paradosso, tuttavia è fondamentale capire che provare un po’ di ansia è normale e sano
- Osservala: l’ansia, anche se molte volte non riusciamo a ricondurla a qualcosa di definito, non viene mai a caso. Prova a chiederti: In che situazioni arriva? Quanto spesso? Come si manifesta?
- Ricordati che è un’emozione passeggera: raggiunge un picco a cui segue poi una graduale diminuzione
- Distraiti: cerca di non focalizzarti sui sintomi (seppur fastidiosi) che stai avvertendo ma prova a dedicarti a qualcosa di piacevole per te (hobby, attività fisica, uscite con gli amici e così via)
- Respira e rilassati: prova a mettere in pratica degli esercizi di rilassamento (es. rilassamento progressivo) e di respirazione (es. respirazione profonda). Troverai online tante valide guide gratuite che potrai seguire.
Dott.sse Maria Costanza Melloni e Eleonora Mandia
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