Depressione: che cos’è e come affrontarla
Nella società odierna si è soliti dare più rilievo ad alcuni valori quali il perfezionismo, il benessere assoluto e l’efficienza mentre, al contrario, le fragilità e i limiti tendono ad essere etichettati e, talvolta, stigmatizzati.
Quando proviamo vissuti di tristezza, demotivazione e affaticamento siamo portati a racchiuderli in maniera superficiale attraverso l’espressione “sono depresso/a“. Questo avviene poiché il termine depressione viene ampiamente utilizzato nel gergo comune e anche perché l’accettare di essere tristi è gradualmente diventato sinonimo di debolezza e fragilità.
E’ bene ricordare, tuttavia, che quando parliamo di depressione, ci si riferisce ad un vero e proprio disturbo, il quale richiede attenzione e adeguati trattamenti per essere gestito.
Ancora oggi la depressione, così come buona parte delle patologie mentali, è avvolta dallo stigma sociale con la conseguente possibilità, per chi ne soffre, di essere etichettato ed emarginato. Tale aspetto viene ulteriormente rinforzato da credenze erronee che considerano la depressione come sintomo di debolezza, mancanza di volontà e di forza d’animo.
Differenze tra depressione e tristezza
Esistono una pluralità di caratteristiche che permettono di differenziare la depressione, intesa come un vero e proprio disturbo, dalla tristezza ossia un’emozione naturale che ognuno di noi ha sperimentato nel corso delle vita.
Per diagnosticare la depressione è richiesta la presenza di un’importante compromissione nelle diverse aree di funzionamento della persona (lavorativa, familiare e sociale). E’ necessario, inoltre, che siano presenti in contemporanea cinque o più sintomi nell’arco di due settimane; tra questi almeno uno deve essere umore depresso o perdita di interesse e piacere (DSM-5; APA, 2013). Sulla base di tale premessa, ecco dunque le caratteristiche indispensabili che permettono di individuare le differenze tra depressione e tristezza:
- Durata: la depressione in quanto patologia ha una durata di gran lunga superiore alla tristezza. Talvolta, qualora non si intervenga preventivamente, nella maggior parte dei casi può cronicizzarsi. La tristezza, invece, è un’emozione e come tale ha una durata circoscritta e limitata
- Riduzione di interesse e piacere: la depressione causa una marcata perdita di interesse e piacere per tutte o quasi le attività, portando persino la persona ad abbandonarne alcune. Chi è triste, invece, riuscirà comunque a coltivare i propri interessi, anche se con un’iniziale fatica
- Progettualità: nella depressione si vede tutto nero, dunque è molto difficile pensare o progettare il proprio futuro. Nella tristezza, al contrario, subentra la speranza e questo permette di risollevarsi dalla difficoltà del momento, reinvestendo energie fisiche e mentali per pensare e progettare
- Livello di isolamento: le persone depresse tendono molto facilmente ad evitare e a non capitalizzare il sostegno degli altri, spesso non condividendo i propri vissuti. Chi è triste, invece, ricerca l’altro per consolarsi e per poter aver un conforto
- Riduzione/ aumento di appetito e di peso: se nella depressione si assiste ad una significativa modificazione dell’appetito con conseguente influenza sul peso corporeo, nella tristezza ciò non avviene. In quest’ultimo caso, infatti, può capitare che si abbia la sensazione di avere lo stomaco chiuso o al contrario si avverta il desiderio di ricorrere al cibo come mezzo consolatorio
- Sentimenti di colpa e autosvalutazione: nella depressione tali vissuti risultano particolarmente intensi, frequenti e inappropriati; viceversa nella tristezza è normale provare perdita di autostima unita a senso di colpa, aspetti che risultano essere momentanei e contingenti
Nella depressione, infine, sono presenti dei sintomi caratteristici che permettono ulteriormente di differenziarla dalla tristezza: insonnia/ ipersonnia, ricorrenti pensieri di morte uniti a ideazioni suicidarie, agitazione o rallentamento psicomotorio.
Cosa fare?
Per una persona, accettare di soffrire di depressione e conseguentemente chiedere aiuto è un compito particolarmente difficile. Spesso si crede, erroneamente, che sia una malattia dalla quale è impossibile guarire oppure si ritiene di poterne uscire da soli grazie alla propria capacità di controllo e forza di volontà.
La depressione, in realtà, non regredisce da sola ma al contrario, se non adeguatamente e preventivamente trattata, tende a peggiorare e a cronicizzarsi.
Attualmente il trattamento più efficace è la combinazione tra psicoterapia, che permette di lavorare sulle cause e sugli aspetti psicosociali e la farmacoterapia che, mediante la somministrazione di antidepressivi, agisce sulla sintomatologia.
Per chiarimenti e maggiori informazioni, scriveteci al seguente indirizzo email:
angolodellamente@gmail.com
Dott.sse Eleonora Mandia e Maria Costanza Melloni
Link utili:
https://www.nice.org.uk/guidance/cg90/chapter/1-Guidance
https://studicognitivi.it/milano/disturbo/depressione-disturbi-depressivi/
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